Chi sono
Aldo Querio Gianetto, nato a Torino il 1° Novembre 1972.
L’idea di personalizzare gli oggetti rendendoli speciali mi ha sempre affascinato fin dai tempi del motorino, che è stato anche il tempo del liceo scientifico “Galfer” di Torino. Quest’idea ha poi dilagato, fino a concretizzarsi nel mio lavoro, dopo un lungo percorso che mi ha visto prima frequentare la facoltà di Biologia e negli stessi anni la scuola di recitazione del Teatro Stabile di Torino, poi prestare servizio in Aeronautica Militare e lavorare in campi molto diversi fra loro come il teatro e le officine meccaniche. La differenza fra gli ambiti che ho potuto frequentare si rivela per me una risorsa per sviluppare idee e concetti senza barriere e categorie, trovando molto spesso più convergenze che differenze tra i vari terreni. Per ultimo si aggiunge nella mia vita l’impegno politico e amministro da anni il comune dove vivo e lavoro, il paese dei miei nonni, Colleretto Castelnuovo, a nord di Torino, in Canavese “la superba contrada”.
In questo sito troverete alcune poesie che ho scritto: mi perdoneranno i grandi della letteratura se mi sono permesso e so che lo faranno con la comprensione che hanno gli astronauti nel considerare la prospettiva dal terrazzo di un edificio a 6 piani.
Il 2022 ha rappresentato il raggiungimento di un traguardo importante ovvero il 20° anno di attività. Fin dal 2002 mi sono occupato di trasformare motociclette di ogni genere, principalmente modelli dei marchi Harley-Davidson, Ducati e BMW ma da subito parallelamente ho Iniziato la realizzazione di esemplari unici con marchio aQg, marchio e logotipo registrato che rappresenta le iniziali del mio nome. Realizzo anche oggetti di arredo e illuminazione unendo due materiali che amo, ovvero legno e metallo. Questa base nobile, fatta di natura e opera umana, completa l’offerta di oggetti unici e speciali ideati e realizzati a mano con l’orgoglio di un artigiano italiano.
Troverete su di essi la dicitura: aQg - hand made with pride - Colleretto Castelnuovo.
La mia storia
Mio nonno aveva un Motom
che è un ciclomotore geniale dell'immediato dopoguerra
cinquanta di cilindrata
quattro tempi
distribuzione ad aste e bilancieri
con il telaio rigido di acciaio stampato
e un serbatoio piccolo piccolo.
Da Colleretto lo portava anche fino a Torino
e all'epoca non era poco
dove c'era mio papà che studiava in collegio.
Io a diciassette anni avevo
un'Aprilia Futura centoventicinque
gioiello tanto desiderato
e un Motom.
Se devo proprio cercare un inizio di questo gioco
che ha visto passarmi tra le mani
qualunque genere di moto
per essere restaurata, verniciata o trasformata
quel Motom è l'inizio.
Ero orientato alla pratica del restauro
nei primi anni della mia attività:
pratica che per la base di cultura che permette di apprendere
dovrebbe essere maestra
di ogni costruttore.
Ma quel Motom
con la mini drag pipe
costruita appositamente
suonava alle mie orecchie come un'Harley.
Così l'ho verniciato con il giallo ginestra
ho comprato il primo aerografo
l'ho aerografato a pelle di serpente
e ho dato un nome a quei trentacinque chili di metallo scoppiettante:
Serpentello.
Penso di aver fatto ridere tante persone
e tante ragazze
in giro con quel ridicolo mezzo.
Ma oramai avevo capito
che più di ogni cosa volevo dare un'impronta
a quello che era mio
e che segnare, marcare, distinguere
è un istinto determinante dell'uomo
vecchio migliaia di anni e non si può cancellare.
Così oltre che restaurare ciclomotori, Vespe, Guzzi, BMW e BSA
ho cominciato a personalizzare
moto, auto, chitarre, computer e boiler
(si anche quelli!).
Nel frattempo la vita mi ha portato a fare un po' di tutto:
l'operaio, l'attore, il camionista
e anche in cielo con l'Aeronautica,
ma non ho mai smesso di pensare ai miei progetti custom.
E adesso che questo è il mio gioco e la mia professione
quando entro nel laboratorio
uno sguardo lo rivolgo sempre a quel Motom
che è ancora lì in alto sul piedistallo
fra i chopper, le Ducati, le Harley e l'MV
e mi guarda lavorare.